Le mie stagioni

Cara Valeria, oggi, tardo pomeriggio, in programma una passeggiata al Pigneto, quartiere molto caratteristico della nostra zona, e molto chiacchierato. Ci incamminiamo a passo lento, mano nella mano, incontriamo, ragazzi non ancora uomini, giovanissimi, ciondolano incerti accanto alle ragazze, e uomini giovani, camminano sicuri con le loro donne, e uomini meno giovani, che seguono le loro donne, grandi e sicure, e uomini anziani, con codini grigi che escono da baschi scoloriti di rosso, figli di ideologie raffreddatesi negli anni passati e nei giorni odierni, che camminano accanto a muri sbreccati, e manifesti di solidarietà a prescindere, aria di feste stanche, di chiacchiere simili a macine di grano, che girano su se stesse, nello stesso modo e nello stesso tempo, sedie appoggiate ai muri, e tavoli sul marciapiede, rituali sospesi, di canne, e calici di vino bianco, attesa per la notte, fonda ed accogliente, sulla strada. E la strada accoglie anche noi, sguardi offuscati, e sorr...

Cara Valeria, una giornata da ricordare  :  una passeggiata al portico di Ottavia per un incontro, per festeggiare un compleanno.  C'è il sole al Portico di Ottavia, il sole di Roma nell'ultimo giorno di marzo, Giunone Regina e Giove Statore ci guardano dal cono d'ombra che divide in due il portico, caldo all'esterno delle osterie, e caldo all'interno. Restiamo diverso tempo in attesa del festeggiato, non solo, in attesa del felafel circondato da hummus, talmente buono che riesci a dimenticare il caldo ed il chiuso, E poi il "fiore di un carciofo", i rigatoni alla "loro matriciana", sugo di coda, e pecorino affogato nel sugo, i rigatoni cacio e pepe, piatti che brillano come campi coperti di neve, piccoli ghiaccioli circondati da minuscoli grani di pepe, verdure cotte, dolci e amare, cicoria scura, e ritrovi nel suo sapore una cucina antica. E dolci in abbondanza, ricotte mescolate a marmellate di visciole, ed impasti ricoperti di cioccolato e...

Ciao Valeria. Stamane vado in tram. Quello che prendevo qualche tempo fa, quando ero innamorata di questa città e del suo modo balordo di presentarsi la mattina presto, Stamane salgo sul tram, dentro il fresco di una giornata di metà ottobre, la mattina presto sullo sferragliante ed ondeggiante tram che mi accompagna al lavoro, guardo fuori seriamente impegnata a cercare qualche immagine che trattenga nel pensiero quel tempo lontano, che lo riporti indietro come da un elastico tirato, ma non ancora lasciato andare, che fa male se lo lasci andare e lo strattoni malamente. Ora vedo un senza tetto, un mendicante, un uomo, comunque sia, un uomo in piedi accanto al semaforo, ricoperto dalle spalle ai piedi da un lungo mantello nero, avvolto come in un bozzolo, Il mantello comunque drappeggiato e teso, forma un triangolo dalle spalle ai piedi, sudici, senza scarpe, un triangolo molto allungato, vista la magrezza dell'uomo, la barba è lunga e sporca, i capelli arruffati, si stringe nel...