Viaggio verso il sud prima parte aprile 2019

Cara Valeria . Ecco il diario.  22 aprile 2019, in viaggio verso la Grecia. Siamo partiti da Roma alle 10 e mezzo, in autostrada si va abbastanza tranquilli, attraversiamo la terra cilentana, le pale eoliche che incontriamo lungo il percorso si muovono lente a falciare il cielo, smisurate leve che sovrastano i campi verdi e si sovrappongono in coincidenze brevi quanto i nostri respiri. Più avanti la terra pugliese ci accoglie, giovani viti inquadrate come soldati in attesa di ordini, per marciare in avanti, fino alla strada che stiamo percorrendo, Accanto ulivi infiniti, grandi e maestosi ulivi, uno accanto all'altro, guardiani imponenti dei territori, da secoli, e fra gli ulivi si possono scorgere i trulli, che vegliano e stabiliscono i confini, sassi chiari, fermi e bloccati da tempo, e ancora, davanti a noi, si distende la piana, il viaggio è veloce, sotto un cielo che è una coltre bianca che nasconde nel silenzio il gioco di nubi e luce. Alle cinque del pomeriggio arriviamo a Bari, ci mettiamo alla ricerca del porto, saliamo a bordo della nave alle 18, e restiamo in attesa della partenza prevista per le 19.30. Si cena a bordo e si sta insieme fino all'ora di ritirarsi nelle cabine. Notte, Il vento in queste prime giornate è il protagonista assoluto, il mare è mosso, il mare balla con l'onda lunga, e mentre attraversiamo il canale di Otranto, il mare diviene ancora più mosso, la nave si mette a ballare seriamente, e ci si sveglia sul più bello, diversi i tentativi per tornare a dormire, appoggiati con la testa sul lavandino del bagno, o con la schiena appoggiata alle pareti della cabina, e la testa calata a lato, finché presi dalla disperazione, gattonando, ci riavviciniamo alla branda, e proviamo a dormire di nuovo in posizione orizzontale fino al suono della sveglia, programmata per lo sbarco a Igoumenitsa. Sono le 5 e 25. Fuori è notte, le ultime impronte della notte, gli ultimi segnali della notte, poi il cielo schiarisce lentamente mostrando un velo ancora piuttosto scuro. Il primo giorno, la mattina al bar dopo aver recuperato solo in parte il sonno perduto. Ci fermiamo al bakery, al forno per i dolci della mattina ancora caldi. Si sale in macchina diretti ad Astakos. Si prenderà il traghetto che ci condurrà a Cefalonia. Siamo giunti ad Astakos. Camminando per le strade le rondini ci sfiorano le teste, osserviamo i loro nidi attaccati sotto i balconi , i passeri ciarlano forte, il mare è una tavola azzurra. In attesa del traghetto si esce dalla cittadina, e lungo la strada, incontriamo le capre a riposo, le piccole mucche ferme in mezzo alla strada che non si muovono assolutamente, è necessario attendere un pò. Ormai il traghetto non arriva più a causa del mare grosso, rassegnati si va alla ricerca di un albergo che ci possa ospitare per la notte. Troviamo un albergo vecchio stile, pieno di specchi e poltrone imbottite di velluto a fiori. La sera si va a cena in un locale lungo il porto, all'interno l'atmosfera da vecchia osteria, piena di fumo e molto familiare. Puoi perfino credere che tutti ti abbiano già conosciuto, e che non è la prima volta che sei lì a cena, il prezzo è veramente interessante, si mangia una buonissima zuppa di ceci, carne arrosto alla brace, verdure profumate piene di riso saporito, e tanta insalata greca. Si va a dormire stanchi. La mattina si resta sempre in attesa del traghetto, ormai riconosciuto non solamente da noi come il traghetto "fantasma", ma 48 ore sono state sufficienti per affezionarsi ad Astakos, per passeggiare di mattina presto in riva al mare, per sedersi al molo e pranzare. e poi sedersi al bar del porto, ascoltare le voci e le chiacchiere dei pescatori, bere la cioccolata calda ed il caffè turco nelle tazze colorate. Sono ormai le 12 e trenta ed ancora nessuna traccia del traghetto che ci porterà a Cefalonia, Alle 14.30 finalmente arriva, Si sale a bordo e si parte, con la tristezza, nel lasciare questo luogo ancora lontano dalle novità invadenti del progresso, lo sguardo sulle giovani tamerici del porto. ... "...cresci bene piccola tamerice dai fiori candidi e spumosi", dice Valeria toccando il tronco ricoperto di bianco, cresci bene e diventa grande, questo porto ha bisogno della tua protezione, cresci bene non ti dimenticare di noi piccola tamerice, di questa giornata, con i tuoi fiori candidi, soffici e leggeri, con le foglie non ancora nate, accanto alle tue compagne, piccole come te... 
Inizia il viaggio verso l'isola ... Sul traghetto si mangia con i resti del pranzo della prima giornata del viaggio, affettando mozzarelle saporite, pane e prosciutto, ed anche melopita e bougatsa,  oltre le ciliegine di bufala campana. Accanto a noi un trasportino con dentro un micio bianco e nero, salito insieme a noi, naso rosa ed occhi verdi, soffre il mal di mare. purtroppo anche questa nave balla. 


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