Ritorno in Portogallo maggio 2019

Ciao Valeria, questo è il nostro ritorno in Portogallo, l'emozione di alcuni momenti sicuramente diversi da quelli vissuti lo scorso anno.
Mercoledì 23 maggio, siamo appena arrivati, scendiamo dal bus che ci ha portato a Tavira. Ritroviamo un paese caldo, semplice, accogliente, in silenzio sostiamo nelle strade accanto alle case basse, tappezzate di mattonelle azzurre e bianche, torniamo a casa in auto, a Vila Nova de Cacela, cittadina e parrocchia civile nel comune di Villa Real de Santo Antonio.  
Ritroviamo un paese dove le spiagge sono smisurate, senza confini, senza una misura che possa porre limiti allo spazio occupato dalla sabbia dorata, e dalle dune colme di cespugli e di conchiglie dimenticate. La mattina successiva si va alla ricerca della spiaggia, si va all'incontro con la spiaggia, all'incontro con un'entità che vive di vita propria, come una creatura gigantesca che respira, che ti accoglie, che ti concede di sederti in mezzo al suo corpo. Le spiagge sono raggiungibili tramite lunghe passerelle di legno, sotto la passerella sabbia e cespugli, le dune restano immobili, come in attesa, mentre noi le superiamo a passo lento.  Stamane l'oceano si presenta con più movimento del solito, virgole di spuma bianca macchiano la superficie, e si muovono veloci verso la spiaggia. 
Le onde si sommano e portano l'acqua verso di te, velocemente, e la sabbia diviene una trappola quando il movimento torna indietro, a riprendere forza ed altezza. L'onda rientra, certo non è mai la stessa, quelle onde che si aprono alla spuma bianca e la trascinano fino alla spiaggia dorata, dove tu stai seduto in attesa. E' una giornata molto ventosa, è rischioso anche per le vele allontanarsi dal porto, in certe giornate così ventose. Le onde stamane si susseguono, si rincorrono, le osserviamo : la quinta onda segue ordinatamente la quarta, che presa da spavento accelera la sua corsa verso la spiaggia, dove sono già arrivate le altre, la prima ormai piatta, la seconda accennata di spuma, e la terza rotonda e piena, ora raggiunta dalla quarta. Il clima è piacevole, si pranza sotto l'ombrellone fatto di crine intrecciato, legato e stretto alla propria struttura di metallo che impedisce al vento di portarselo via. La sera, dalla finestra di casa, al terzo piano, l'azzurro polvere del cielo si presenta intorno alle nove, si adagia sulle ampie terrazze bianche ove spiccano come sentinelle i comignoli anch'essi bianchi e traforati, Il cielo poi si scurisce e l'azzurro diviene sempre più cupo. Una falda di luce sopra l'oceano, là in fondo si appoggia sull'acqua scura, il faro singhiozza lontano, in mezzo alle luci della costa. La mattina di nuovo in spiaggia, i bambini giocano, intrisi di sabbia ed acqua, i padri e le madri li seguono e si siedono con loro, le madri in ginocchio con le mani nel castello appena costruito, La spuma non raggiunge il campo dei giochi. La luce ti circonda, questo la mattina molto presto, e promette di accompagnarti tutta la giornata, e la sera, all'approssimarsi del tramonto, quando arriva il tramonto, la luce gocciola via lenta, ed il blu copre interamente l'orizzonte. La mattina successiva siamo a Tavira, nei giardini accanto al municipio, colmi di fiori, ritroviamo i bambini in ordine sulla strada, durante la passeggiata della scuola, le maestre accanto, i bambini si tengono per mano, due a due, i cappellini colorati, gialli, verdi e celesti spiccano all'interno dei giardini, le aiuole sono piene di rose ed iris colorati blu e gialli, i bambini si siedono sulle panchine ed ascoltano le maestre, appesi alle loro parole, Poco lontano un uomo seduto sulla panchina suona il sassofono, una melodia sudamericana, il vento è leggero e fresco sul viso, uomini passeggiano di fronte a noi, hanno i pantaloni sformati e le camicie larghe, i pantaloni sono tenuti su dalle bretelle larghe e colorate di rosso, e da cinte color senape bordate di rosso carminio. Penso alla gestione dei bambini, alla loro serenità, a quelle zone ove il potere di punire viene sostituito dalla condivisione dell'autorità, che suddivisa fra diverse figure, analogamente credibili, non necessita di urla e minacce, né richiami, né insulti. I bambini giocano tranquilli con i castelli appena costruiti sulla spiaggia, ed i castelli non vengono demoliti per rabbia o frustrazione, ma vissuti insieme alla madre ed al padre, mentre le mani si incrociano alla ricerca della conchiglia più bella delle altre da inserire in cima al castello. La mattina dopo il vento è diverso, molto più forte e freddo, un uomo si avventura sull'acqua, pratica il kitesurfing, e si fa trascinare dal vento al largo appeso al suo aquilone, velocissimo, fino a quando le sue braccia tirano i fili per cambiare rotta e tornare verso la riva, in prossimità della spiaggia la tavola si alza, si libra nell'aria, ad un punto tale da raggiungere e superare l'orizzonte della costa, là in fondo, poi ricade, con un movimento veloce cambia la traiettoria e si prepara a tornare verso il largo. E' magnifico, la forza che sta dietro tutti i diversi movimenti, la tensione del vento, l'abilità dell'uomo nel farne una leva per questa rincorsa continua alle onde, che vengono da lontano, e ritornano lontano. Seduti sulla spiaggia lo osserviamo incantati, e restiamo in ascolto della voce dell'oceano, che sommerge senza scampo le voci degli adulti e dei bambini, le onde si sommano e portano l'acqua verso i piedi. In questo momento resta solamente la voce dell'oceano che ci chiama.    

Commenti

Post popolari in questo blog

Commento al film “L’ombra del giorno” ed alla canzone “Vivo”

Le Befane .............. sei di gennaio 2023

Parafrasando .... agosto 2019