RITORNO Marzo 2020
La strada corre veloce, i chilometri vengono mangiati in
fretta, il caldo entra dalla parte del finestrino, dove è seduto Antonio, che, per
trovare un po’ di tregua, inserisce un foulard nella fessura del finestrino, quello BLU con le tante
gatte bianche stilizzate, che giocano in mezzo a gomitoli di lana rossi, e portano fiocchi
rossi intorno al collo. Può essere una soluzione, per un po’ di
tempo. Si va a Barcellona, dobbiamo riuscire a salire sulla nave che ci porterà
a Civitavecchia. Lungo il percorso incrociamo una lunga serie di roulotte, una
dietro l'altra, viaggiano veloci lungo l'autostrada, viaggiano insieme ai
camper che portano con sé carrelli con moto e piccole auto, per girare e
muoversi una volta fermi. Forse anche loro, come noi, cercano di raggiungere in fretta Barcellona per
l'imbarco di questa notte, sappiamo che qualsiasi imprevisto potrebbe impedirci di
tornare a casa. Viaggiamo tranquilli, il coronavirus ci
accompagna sulle scritte autostradali, monito periodico per un allarme
discreto, ma efficace, l'invito a restare a casa, lampeggia in alto sul
tabellone appena passato, e lampeggerà sul prossimo tabellone, ed anche su
quello successivo. L'ansia sale, ad ogni sguardo. Stiamo percorrendo
l'"Autopista Pau casuals" per Barcellona. Il Paesaggio è simile a
quello delle nostre colline, è pieno di verde, molto verde, le grandi fattorie le abbiamo lasciate alle spalle, chilometri di vigne, e grandi anfore che delimitano l'ingresso delle fazende che si occupano di vino da secoli. La
strada segue docile la linea delle colline e delle pianure, quindi sale e
scende in continuazione, è una specie di giostra, sono discese lunghissime
alternate a lunghissime salite. Finalmente si giunge a Barcellona, anche con un
certo anticipo, si sale sulla nave nella tarda serata, e si parte alle tre di
notte. Il sonno ci schianta, e alle nove di mattina la luce dell'oblò si
affaccia nella cabina, e pensi che è giorno, ormai la notte è passata, ti
affacci, ed il mare è azzurro lì fuori, lievemente increspato, partono i
ricordi. Il movimento è quello di un'altra nave da crociera, la nave che ci ha portato nelle capitali dei paesi del nord Europa. In Danimarca la mattina
presto, un lago d'argento, praticamente immobile, l'ingresso in un sogno, il
privilegio di attraversarlo, un sogno fatto di acqua trasparente, e sotto, il
movimento lento della nave. E poi ancora
quella volta che siamo andati a vedere i delfini al largo del promontorio di
Segres, la velocità della piccola pilotina, per raggiungere un
posto un po' particolare, in mezzo l'oceano, azzurro, che poi diviene blu profondo, ed i
delfini che si avvicinano per giocare, splendidi. I ricordi nel movimento di
questa nave da crociera che ci riporta a casa. Ormai sono quasi le sette di
sera, il mare sta diventando scuro. È leggermente increspato, non ci sono più
le punte bianche di spuma, neanche le increspature si vedono più, la notte si
sta avvicinando, dovremmo raggiungere Civitavecchia per le undici di sera.

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