Un ricordo di febbraio 2022 Un secondo pensiero
Cara Valeria è l'ultima volta che ti scrivo, sono giorni
difficili, pieni di dolore. È terribile perdere qualcuno senza sapere il
perché, senza rendersi conto di quale vicenda abbia dato l'avvio a tutto
questo, quali emozioni sono rimaste nascoste fino alla fine senza mostrarsi, ma
lasciando che il veleno del rancore facesse marcire tutto, lasciando sospese
frasi ed emozioni, e vicende che dovevano essere risolte secondo logica diversa.
Ma nella vita può capitare di tutto, a me è capitato, anche ad Antonio, io mi
allontanerò da questa settimana con il cuore pesante e rimuoverò tutto, come
sempre mi accade. Antonio non dimenticherà, lo conosco, è diverso da me, ma
come dicesti tu questa estate a proposito di Massimo, “lo amo e lo stimo”, ed
anch’io amo molto e stimo molto Antonio, anche nelle sue caratteristiche
apparentemente lontane dalle mie. Ma questa non è la sede, ci vorrà del tempo
per capire, se avrò voglia ancora di capire. Questa è la sede per parlare di
quanto ho ricevuto da te e da Massimo. E per ringraziarvi, mi hai regalato una
cosa inattesa per l'età che sto attraversando, mi hai regalato la
consapevolezza di valere, di saper scrivere qualcosa di bello, non mi era mai
accaduto dal tempo delle scuole medie, quando il mio professore di italiano e
latino leggeva i miei temi in classe, poi il buio più totale. Ho scoperto con
te, qualche anno fa ormai, che lo scrivere mi rendeva felice, e questo è un
dono che devo totalmente a te, un dono venuto tardi, intendo in tarda età,
inaspettato, prezioso, molto prezioso. Mi hai regalato momenti di gioia pura quando
commentavi i miei elaborati, non te l'ho mai detto, ma è stato così, ingenuo,
infantile, ma è stato così. E poi insieme mi avete regalato la Grecia, momenti
unici, tutto è passato attraverso la vostra passione e attraverso l'amore che
avete per quella terra dopo tanti anni di viaggi ed esperienze. E momenti unici
vissuti con la consapevolezza piena di quello che esisteva in quel momento, e
poi tanto altro, conversazioni, confronti, cene e gelati, tanti gelati. Io non
tornerò più in Grecia. Il trauma di questi giorni me lo impedirà, mi conosco
abbastanza per saperlo, dovrà passare del tempo perché il dolore di questa perdita
divenga più sopportabile, ed il tempo forse allontanerà questi ultimi dieci
giorni dalla memoria. Questa mattina so solamente che nulla è stato fatto con
la consapevolezza di fare del male, nulla, ed i momenti belli in tal modo
resteranno ricordi altrettanto belli, intrecciati alle risate fatte insieme,
alle conversazioni leggere, alle serate di luna sulla riva del mare. Tutto
potrà restare intatto nel miracolo della memoria. diciotto di Febbraio.

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