MALAGA FEBBRAIO 2020
L’arrivo a Malaga non è esattamente un arrivo
tranquillo, i lavori in corso, effettuati in questo periodo, complicano non di poco il
percorso per raggiungere l’albergo. La prima visita è per la Cattedrale, si
sale innanzitutto sui tetti della chiesa, come da programma. Per raggiungerli è
una bella fatica, sono ben 200 gli scalini, in pietra e secondo un andamento
circolare a chiocciola, ma lo spettacolo vale la fatica e l’affanno finale. All'interno della chiesa,
come all’esterno, colpisce la figura della Madonna, compresa nel mistero
dell’Annunciazione. Qui l’Annunciazione assume il significato di Incarnazione, e
si collega al mistero del Dio che si fa Uomo, ma l’attenzione si sposta su quel
momento particolare in cui a questa donna viene annunciato il suo destino.
L’Annunciazione è la premessa dell’Incarnazione, la chiesa è dedicata a tale mistero, quindi
i protagonisti dell’Annunciazione prefigurano la rivoluzione
che sta per avvenire, il Dio che si fa uomo, la Madonna è il tramite di tale
passaggio. E' la protagonista assoluta di questa Chiesa, come di tante altre
chiese, è tramite Lei che avviene l’Incarnazione. All’interno assume importanza anche la Madonna
del Rosario, che Lei concede ai santi inginocchiati ai suoi piedi, e l'Immacolata,
l’aspetto incontaminato della donna. Nelle diverse figure di santi e sante
scolpite nel legno scuro all’interno del Coro, magnifico strumento di gloria,
ve ne è una piuttosto particolare, una santa con delle lunghe trecce, un
lascito forse di una bellezza femminile che appartiene a luoghi lontani da
questo. E poi un santo che tiene fra le braccia un maialino, simbolo di povertà e semplicità. La cappella
centrale è un esplosione di luminosità, quella che viene definita la "luce
mediterranea" penetra le vetrate ed inonda la chiesa, entra nella chiesa con
prepotenza, ai lati le anfore con i gigli, altro simbolo della Cattedrale. Il tema
dell'Incarnazione è ricorrente in ogni angolo, ed accanto a questo, la Madre addolorata,
la madre che ha visto la morte del figlio e mostra le lacrime, dipinte su un viso di fanciulla, sono lacrime di
sangue. Queste Madonne riccamente vestite, dal velo all’abito che le copre
interamente, mostrano lacrime di sangue, vive per chi le guarda, e chi
le guarda non nota più la ricchezza degli abiti, ma solamente le lacrime. La
Madonna del Rosario è un’altra figura che racconta il destino : Lei porge il rosario ai santi, Lei seduta sul trono di nuvole, accanto due colonne che la elevano al di sopra di tutto, Lei che resta in attesa
della risposta.
Nel pomeriggio si va a visitare la ALCAZABA, è un complesso di origini islamiche, all’interno vi è un palazzo/fortezza, ed un giardino
meraviglioso, con le scale che salgono dolcemente verso l'alto, la pavimentazione della scalinata è rosata,
formata di piccole pietre, sassi, ciottoli e mattoncini, si avanza verso l’alto
in mezzo al giardino, e nel giardino ti aspettano i profumi, il canto dei piccoli uccelli
che abitano questo angolo di paradiso, salendo si incontrano luoghi incantati,
ove la quiete regna sovrana ed il silenzio permette di apprezzare tutto quello
che ti circonda : il piccolo giardino con una fontana centrale, semplice e nello
stesso tempo di una complessità unica, con i numeri delle punte decorative che richiamano
e coincidono spesso con altri numeri ed altri simboli presenti lungo il
percorso. Dalla fontana nascono i canali di acqua cristallina che scendono in
mezzo alle scale, piccoli canali di acqua lucida, che scende veloce verso le
fontane sottostanti, ed improvvisamente appaiono gli zampilli delicati delle fontane. Ed infine in
alto, le stanze, una volta abitate, piene di archi decorati di blu, di celeste e di rosa,
riccamente illuminati ed istoriati, poi ci sono ancora le fontane basse, e le vasche azzurre, alcune ora vuote, ma
lasciano immaginare la vita che incorniciava questi luoghi, e ci si chiede dove
siano le donne che abitavano questo luogo, e gli uomini che rientravano forse
la sera, o dopo i lunghi periodi di guerra. Ci si chiede quale fosse la vita, osservando
tutta questa bellezza che è rimasta per noi, per poterne ancora godere.
La sera si è
avvicinata, ed il carnevale balla intorno a noi, Malaga non ha paura e si
diverte, tanto, per tutte le strade, coriandoli colorati addosso, i bambini ci
sguazzano in strada, gli adulti cantano in gruppi mascherati, i gruppi
presentano un unico costume, grandi e piccoli, donne e uomini, tutti uguali,
incredibilmente fantasiosi, in comune hanno le voci potenti. Dovunque un imprevedibile “io bambino”
che gioca tutta la notte a rincorrersi di locale in locale, da una piazza all'altra. Noi siamo in mezzo a loro questa sera, e guardiamo tutto quello che ci
circonda con la gioia di chi trova una sorpresa la mattina presto, ai piedi del
letto, in un giorno di festa.
La sera stessa si va a cena in una locanda caratteristica, si mangia
tagliata di tonno alla wok, con verdure e tagliatelle di soia, si affonda nel
sapore del piatto, e si stenta a riemergere, tanto è forte e potente, i calici sono
pieni di semidolce e “vin verde”. Il vino chiude il pasto spagnolo, delizioso, e
bevuto fino all'ultima goccia, fino alla fine. Questa è la Spagna, colore e
sapore esagerati, ma necessari a volte per godere di una vita oltre le solite,
ripetute righe. Oggi è il primo di marzo, ci aspetta una colazione favolosa, al
bar di fronte l’albergo, sopra di noi una grande palma, che raccoglie i nidi di
diversi pennuti, i pappagalli, piccoli, verdi e grigi, i passeri, i merli, in
questo momento il pappagallo sta aggiustando il suo “soggiorno”, alzo lo
sguardo e lo vedo. Accanto veloci e sicure, le braccia tatuate dei giovani
camerieri spagnoli, bellissime, piene di nuvole grigie. Poco dopo si parte per
Ronda.



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